VIAGGIO NEL TEMPIO - Seconda tappa: Il Tempio Massonico e il Tempio Interiore


Viaggio nel Tempio - Prima tappa: Il Tempio nelle antiche tradizioni 

Il Tempio Massonico
Nel Tempio si entra per cercare la Luce e, andare verso la Luce, significa in primo luogo uscire dalle tenebre. Nello stesso rito di iniziazione il profano entra innanzi tutto nella caverna, nel buio della propria coscienza, e sta al buio così come simbolicamente buio è il mondo al di fuori del tempio. Buio di conoscenza. Poi, varcata la soglia, inizia il viaggio che porta da Occidente (dove tramonta il sole) verso Oriente (dove sorge il Sole) e inizia il suo viaggio verso la Luce.
Il Tempio assume per i Massoni il significato di luogo di lavoro in cui le energie spirituali di estrinsecano per costruire un edificio nella propria sfera etica e nella nostra interiorità. E’ perciò uno spazio mistico senza il quale il Massone non potrebbe lavorare. Le sue dimensioni simboliche vanno dall’Occidente all’Oriente, dal Nord al Sud, dallo Zenit al Nadir e, al suo interno se i lavori si svolgono in modo armonico, il Massone riesce a liberarsi dai vincoli dello spazio e del tempo, a raggiungere una dimensione “sospesa” fuori dal tempo e dallo spazio, dalla quale è possibile cogliere il senso stesso dell’universo intero. In effetti il Tempio Massonico non è neppure definibile come uno spazio fisico vero e proprio, ma è un uno spazio metafisico che si crea nel momento in cui i lavori vengono aperti e si sospende quando i lavori vengono chiusi. Proprio come accadeva quando i confini del tempio venivano tracciati sul terreno per definire un luogo sacro e venivano quindi cancellati quando i lavori erano conclusi.
Il Tempio di Re Salomone

Ma, dobbiamo chiederci, possiamo considerare il Tempio come elemento isolato dal mondo profano? Esso ne è al contrario il supporto. Il Tempio diventa quindi spazio (della mente) e parola, spazio (della mente) e pensiero, spazio (della mente) e azione. Struttura dinamica e pulsante che condensa la sua energia e la riporta nel mondo profano. Energie che si riuniscono nella parola del Maestro, nell’attenzione del Compagno, nel silenzio dell’Apprendista, e così danno vita allo spazio, incitando alla ricerca, alla riflessione, alla voglia di dare e di elevare ad un unico pensiero di Luce tutti i Fratelli, facendone anche punti di riferimento nel mondo profano.
La forma rettangolare del tempio (definito un quadrilungo) intende definire il mondo che si esprime nello spazio (nell’antichità si riteneva che il mondo avesse, fisicamente, forma quadrata ed è sormontato dalla forma sferica del cielo che, indefinita e sottratta ad ogni misura, esprime il senso dell’armonia del metafisico. Semplificando il concetto in termini geometrici si potrebbe affermare che nel tempio si assiste alla trasformazione del cerchio nel quadrato, o meglio quella che potrebbe essere definita la “quadratura del cerchio”, l’incontro cioè della materia e dello spirito in un’unità che è espressa nel tutto. Nel tempio l’uno e il tutto si fondono in un’armonia che è elevazione e perfezionamento, avendo presente che proprio per questo il luogo di lavoro dei Massoni non ha confini, né spaziali né temporali.
E’ importante notare che il Tempio massonico riproduce simbolicamente il Tempio di Salomone ed è dunque un luogo di pace, visto che quello di Salomone (da Sholomò, ovvero il pacifico) è un nome di pace. Una pace che viene protetta, simbolicamente, dai due guardiani dell’unico ingresso del tempio: il copritore esterno e il copritore interno. Entrambi sono armati di spada. Il copritore esterno ha il compito di tenere lontani eventuali profani che volessero entrare nel Tempio; quello interno ha il compito di vigilare la soglia del Tempio, che rappresenta il limite tra il fisico e il metafisico, il profano e il sacro, ed è simbolo di garanzia del sacro.
Va comunque tenuto ben presente che il Tempio offre ai Liberi Muratori gli strumenti ritenuti necessari per poter costruire; sta poi a ognuno di loro utilizzarli in modo corretto “per edificare templi alla virtù e scavare profonde e oscure prigioni al vizio”.

Il Tempio Interiore
Il Libero Muratore, come abbiamo detto, lavora nel Tempio e lavora, come viene fatto notare in modo esplicito nei Rituali del Grado di Apprendista “per costruire un tempio alle Virtù e oscure e profonde prigioni al vizio”. Lavora attorno ad un Tempio interiore, che è dentro di se’, e che il Libero Muratore cerca di erigere percorrendo con attenzione e senza fretta il sentiero dell’illuminazione, cercando di acquisire Sapienza (ricordate la Minerva accanto al M:.V:.) che poggia sulla Bellezza (statua di Venere accanto al Secondo Sorvegliante) e sulla Forza (statua di Ercole accanto al Primo Sorveglianze) ovviamente intese – bellezza e forza – non in senso fisico ma come valori spirituali e morali.
Costruire un Tempio interiore, questa è la via. E la Massoneria, per costruire il Tempio fa uso di pietre ben levigate, rese adatte allo scopo dal lavoro e dallo studio, dalla attenzione e dalla riflessione, dalla capacità di apprendere e dalla volontà di apprendere di ciascuno.
Un Tempio. L’immagine che si crea, pensandoci, è quella di edificio solido, massiccio, con le sue colonne e gli architravi, le porte e la copertura, gli altari e le statue, le pitture, gli affreschi, gli addobbi. Un Tempio che ci immaginiamo nella sua espressione fisica, insomma.
Ma è in questa forma che dobbiamo immaginare il Tempio cui tende il Massone nel suo cammino? Simbolicamente potremmo dire di sì. Però, riflettendoci, non può sfuggire che parliamo innanzi tutto di un Tempio interiore. Che dovrà sorgere dentro di noi. Nel nostro spirito.
E allora dobbiamo pensare a colonne e architravi? A pulpiti e altari? A cupole o a bracci di fine architettura? O forse è più logico supporre che la realizzazione di questo tempio sia da immaginare non tanto come costruzione di un edificio meraviglioso quanto invece come liberazione dalle scorie della materia e della profanità, per l’innalzamento spirituale dell’individuo?
E se così fosse, come potrebbe essere possibile questo innalzamento? Questo rendere etereo ciò che è materia greve?
Con l’affinamento spirituale, cioè. Con l’alleggerimento e lo scioglimento dei vincoli che trattengono l’anima dell’individuo alle dimensioni del profano, e la appesantiscono. 
Ecco dunque la via di elevazione (termine che non viene usato a caso) del Libero Muratore dalla condizione di pietra grezza a quella di pietra levigata, prima, e successivamente di percorso spirituale ascendente che punta verso la Luce, che non è certamente qualcosa di materialmente inteso, ma che non ha né peso, né misura. E che dev’essere percorso singolarmente, anche se poggiando sui Fratelli che ci sono intorno.
Il Tempio interiore dunque è uno stato di liberazione dalle scorie che l’individuo ha per la sua stessa condizione di individuo che vive nel tempo e nello spazio e che, liberandosi di ciascuna di esse ad ogni suo passaggio verso l’alto della piramide, tende al raggiungimento di una condizione spirituale libera da qualunque vincolo, senza nessun oscuramento di derivazione profana, di uno stato d’Amore puro che si esprima nella Giustizia intesa nel senso che l’affermazione dei Rituali del Primo Grado mostra e nasconde nel medesimo momento, quando si dice “tutto è giusto e perfetto”. Giustizia non legata a quelle che sono le leggi degli uomini, alle regole cioè, ma all’equilibrio del Cosmo che ha altre dimensioni e altre regole.
Questo è il segreto che il Libero Muratore avrà svelato quando giungerà sulla soglia estrema della piramide. Al termine di un cammino che ha inizio nel Gabinetto di Riflessione e si perfeziona all’interno del Tempio, ma che si libererà solo successivamente, passo dopo passo, percorrendo quelli che sono i gradini del Rito.

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