La Volta Stellata - Tavola

Nell’antichità il termine tempio ha significato un recinto, una delimitazione (dal termine indoeuropeo tem) una porzione del cielo, o un luogo delimitato da cui osservare la volta stellata, posto tra cielo e terra, tra macro e microcosmo, tra finito e infinito, il Tempio diviene il luogo privilegiato della riflessione, della elevazione spirituale.
Ciò che del cielo attraeva l’uomo erano principalmente le stelle, quelle luci in mezzo al buio che sorprendevano e stupivano, e che per millenni hanno costituito la mappa unica e sicura per coloro che percorrevano il mondo per terra e per mare, per chi come i marinai cercavano la rotta per la nuova terra o per il ritorno verso casa o per chi, come i Re Magi, seguivano la stella per trovare un essere divino. Ancora oggi si guarda alle stelle, profanamente, perché ci suggeriscano la giusta rotta da seguire quando per esempio indaghiamo sulla posizione che le costellazioni occupavano al momento della nostra nascita o quando, anche quotidianamente, leggiamo il nostro oroscopo.
Il Tempio massonico, tuttavia, non è una porzione da cui osservare l’universo ma è l’intero Cosmo, uno spazio aperto che non ha pareti, ma essendo esso stesso Cosmo è impossibile delinearne le dimensioni: la sua lunghezza va dall'Occidente all'Oriente, la sua larghezza dal Settentrione al Mezzogiorno, la sua altezza dal Nadir allo Zenit.
Il cielo stellato, tra tutti gli spettacoli della natura, è quello che più è capace di scuoterci profondamente, stimolando la riflessione sulla nostra natura e sul “senso” della nostra esistenza.
Forse ciò è dovuto al fatto che, a differenza degli altri spettacoli naturali, il cielo è sentito come irraggiungibile, come “ultimo orizzonte” oltre al quale, al pari della siepe dell’Infinito di Leopardi, non possiamo avventurarci se non con il pensiero. La sensazione di irraggiungibilità e di estensione illimitata nello spazio e nel tempo, suscitata dalla visione del cielo stellato genera in noi una mescolanza di sentimenti di ammirazione, per l’imponenza ed immanenza del Cosmo, e contemporaneamente di angoscia, nel momento in cui confrontiamo la nostra limitatezza con l’infinità del cielo.
Il cielo ci sovrasta, in momenti di stanchezza sembra addirittura schiacciarci ma forse dal punto di vista massonico possiamo dire che il cielo ci avvolge, accoglie l’intera terra e insieme ad essa noi stessi.
Questo cielo è riprodotto sulla volta del tempio che non è, appunto, un luogo delimitato ma è l’intero cosmo nel cosmo.
Al limite simbolico Zenit, sul soffitto del Tempio massonico, si trova dipinta la Volta stellata, che rappresenta il cielo, la notte e le stelle visibili. Si contrappone al Pavimento a scacchi, rappresentando il mondo dell'indefinito.
É simbolo che annuncia l'invisibile, è l’ingresso per l’infinito per ciò che al di là del cielo diventa indefinibile ma intuibile, del regno dell'Assoluto e della Verità. Rappresenta l’anticamera dell’infinito ossia è l’ancora percepibile che apre l’attesa per l’indefinibile e lo sconosciuto. Oltre la volta stellata, ancora visibile all’occhio umano, che cosa ci sarà? Un continuo esserci o un continuo non esserci?
La volta stellata è il simbolo ultimo dell’ideale di fratellanza, ciascun fratello è avvolto dalla stessa volta celeste, uniti l’uno all’altro dalle stesse luci e dallo stesso mistero, dallo stesso segreto; il fratello di Loggia è uguale, per ideale di fratellanza, al fratello di un altro Oriente, uguale al fratello di qualsiasi altra lingua troppo lontano fisicamente per essere incontrato nella vita profana. Il cielo della volta stellata del tempio, benché notturno, lo testimonia la presenza delle stelle, non è nero ma turchese colore di un momento particolare del giorno, quello dell’ikea che, una volta infranto il velo della Notte, precede l’Alba e il Sorgere del sole della fratellanza.

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