VIAGGIO NEL TEMPIO - Terza tappa: I Simboli e gli strumenti nel Tempio

Come è ben noto, nulla nel Tempio c’è di casuale, e i simboli (visibili o invisibili che siano)
vanno saputi “leggere” non per ciò che appare, ma per ciò che invece “nascondono”.
Tra i simboli presenti nel Tempio particolare significato hanno quelli di origine… muratoria,
quelli cioè che si rifanno a strumenti di lavoro che riportano agli antichi costruttori di Templi
come furono i Maestri Comacini, ad esempio.
Lo stesso nome e significato del termine Loggia che viene usato in Massoneria si rifà ai Maestri Comacini che avevano l’abitudine di erigere, su un fianco della Chiesa che stavano costruendo, un edificio usato non solo per deposito degli attrezzi ma anche come luogo di riunione nel quale potersi scambiare idee ed opinioni sul lavoro compiuto e su quello da fare.

Ma veniamo agli strumenti dell’arte muratoria che sono presenti nel Tempio:
il filo a piombo, la livella, il mazzuolo, il regolo, la cazzuola, la squadra e il compasso.
Il filo a piombo. E’ suggerisce l’idea dell’ascesa, idealmente infinita, in quanto conduce alla perfezione. Allude alla ricerca del trascendente e indica quindi l’elevazione. Come faceva notare un carissimo Fratello passato tanti anni fa all’Oriente Eterno, bisogna chiedersi a cosa servisse, agli antichi costruttori, l’uso del filo a piombo. Ebbene, serviva a verificare che la parete che si stava costruendo si innalzasse senza pendere, perché ciò avrebbe, continuando cioè l’elevazione in modo oblicuo, determinato prima o poi il crollo della parete e quindi la distruzione di ciò che era stato costruito. Fondamentale, quindi, riflettere sulla presenza del filo a piombo nel Tempio: indica la necessità di elevarsi, certo, ma in modo da non correre il rischio di crollare per essere usciti dalla linea del filo a piombo (ricordate che quando l’asse della struttura cade perpendicolarmente fuori dalla base, la struttura crolla). Ecco perché il filo a piombo, oltre che affisso all’ara, è dotazione del Secondo Sorvegliante: è lui infatti che deve controllare che gli apprendisti – di cui è riferimento - crescano senza “pencolare”, spinti dalle impurità che ancora hanno portate dal mondo profano, al di fuori della linea tracciata simbolicamente dal filo a piombo.
La livella. Anche la livella – formata da una squadra al cui vertice è sospeso un filo a piombo – serve a determinarla perpendicolarità dell’orizzontale rispetto al verticale e significa capacità di costruire un sistema di riferimento e richiama quindi l’arricchimento spirituale. E’ l’insegna del Primo Sorvegliante, da cui dipendono i Compagni e ammonisce gli uomini a prepararsi alla Grande Livellatrice, come ricordò in una celebre poesia il Fratello De Curtis, in arte Totò. Non a caso la livella simbolizza l’eguaglianza.
Il mazzuolo. E’ strumento solitamente usato dal Maestro Venerabile, dal Primo e Secondo Sorvegliante. Rappresenta la forza di volontà, la ferrea determinazione. Il termine indica la perfezione, ma assume anche il significato di equilibrio e conciliazione tra gli opposti. Esprime inoltre la dirittura morale come frutto di educazione e volontà. Gli antichi costruttori la usavano per verificare che il muro che stavano costruendo fosse in asse, a 90 gradi cioè, rispetto al pavimento, in modo da evitare che – pendendo – finisse con il crollare.
Il regolo. Strumento emblema della perfezione e dell’ordine, serve a “regolare”, a verificare. Nella Bibbia era indicato come lo strumento usato dal dio Ptah per verificare la crescita delle acque del Nilo, e significava la legge. Ma richiama anche lo scorrere del tempo. E’ infatti suddiviso in 24 parti, a indicare le ore del giorno, e ciò lo collega fortemente al tempo ed al suo scorrere. Intende ricordarci che il tempo scorre ed a farci avere sempre presente che l’ora estrema verrà per tutti noi. In quell’ora – è evidente – dovremo verificare, personalmente, la nostra vita, se riteniamo sia stata “regolata” oppure no.
La cazzuola. E’ lo strumento che era, ed è ancora, usato per spandere la calce che connette le pietre o i mattoni che servono alla costruzione dell’opera. Simboleggia la beneficenza, la volontà di soccorrere, ma soprattutto l’amore fraterno che deve fare da calce fra i Fratelli e le Sorelle e che deve essere “sparso” in modo omogeneo, senza creare cioè “grumi” o carenze che sarebbero comunque negativi. La cazzuola serve a mescolare la calce (l’amore fraterno) e a “pareggiare” il muro in costruzione togliendo l’eccesso ove possa essere per portarlo laddove scarseggia.
La squadra. Assieme al compasso è uno dei simboli base della Massoneria, e il loro porsi rispetto all’altro ha un significato simbolico fondamentale. Costituita da due elementi, uno orizzontale, l’altri verticale, armonizza l’eguaglianza (livella) con la elevazione (filo a piombo). E’ strumento che più di ogni altri si aggrada all’uomo per la sua proprietà di tracciare linee rette e verificare l’esattezza degli angoli che, negli edifici, devono essere di 90 gradi onde verificare che la parete in costruzione è ben posta sul pavimento su cui poggia. Nella tradizione ermetica la squadra è l’angolo “retto”, cioè la sintesi di due contrari: l’orizzontale (la stasi, la passività) ed il verticale (la forza, l’attività). Nel simbolismo di Loggia è il gioiello del Maestro Venerabile per ricordare che i suoi insegnamenti devono essere retti e saggi poiché da lui si diffonde la Luce e che – rifacendosi alla interpretazione ermetica - l’insegnamento del Maestro Venerabile deve poggiare sulla solidità della base ma spingere verso l’acquisizione in verticale della forza.
Il compasso. Come nota il Troisi, il compasso è simbolo cosmologico e rappresenta le scienze esatte. La sua forma richiama la A, il principio di tutte le cose. Il compasso misura l’ampiezza degli angoli, e in tal senso serve a determinare la capacità del saper e del conoscere. Una capacità che può estendersi dallo zero (quando il compasso è chiuso) fino a 360 gradi, quando è completamente aperto e la linea di azione va al di là dei 180 gradi determinati dall’apertura del compasso su una linea retta. Potrebbe dirsi quindi che l’apertura del compasso quantifica il nostro sapere. In questo senso, come vedremo, prende significato l’abbinamento con la squadra, posti sul Libro Sacro che è sull’Ara. In Occidente, a partire dal Medioevo, questo strumento fu simbolo della geometria, dell’ordine cosmico e dell’azione pianificatrice. E’ stata la tradizione segreta della costruzione delle cupole dei duomi a dare a questo strumento una particolare valenza simbolica. Non a caso nelle illustrazioni medievali viene mostrato il Creatore del mondo come un architetto che, usando il compasso, definisce il cerchio della Terra. In massoneria il compasso serve a definire il cerchio ideale dell’amore e della conoscenza.
La squadra e il compasso assieme. Sul Libro Sacro posto sull’Ara, quando si aprono i lavori di Apprendista, il Primo Sorvegliante pone il compasso e – sopra – la squadra. Il compasso esprime la capacità del conoscere, la squadra nella sua rigidità dà il limite. In questa interpretazione dunque il compasso, al grado di Apprendista, non potrà aprirsi più di tanto, altrimenti le sue braccia andrebbero al di fuori della squadra. In altri termini la squadra sovrapposta al compasso vuol significare vil limite della conoscenza che può essere data all’Apprendista. In altre interpretazioni, definendo il compasso come espressione dello spirito può aprirsi senza avere limiti e la squadra come rigida e quindi ancorata dalla materia, la sovrapposizione che si indica nel primo grado vuol significare che ancora, a questo livello, la materia tiene prigioniero lo spirito, lo lega e gli impedisce di andare al di là di ciò che appare, pur permettendo al compassi di cominciare ad aprirsi.
Molto ancora ci sarebbe da ricordare, parlando degli strumenti dell’arte muratoria presenti nel Tempio in grado di apprendista, ma credo che anche una breve sintesi dei loro significati possa servire ad apprezzare il perché del loro essere nel Tempio i il loro valore al di là di quanto appare.

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